riproponiamo questo bellissimo articolo tratto da: https://www.investireoggi.it/economia/evasione-fiscale-vero-problema-no-lo-stato-italiano-spreca-200-miliardi-allanno/?fbclid=IwAR3cfViw0u73GBPEqPwkmjrvD3l8RQr-iD6i22jecTCJXkvfc_SLpr7JKek

 

Lo stato italiano sperpera 200 miliardi di euro ogni anno e pretende che i contribuenti paghino sempre più tasse per sostentarlo. Non è l’evasione fiscale la vera emergenza nazionale.

di , pubblicato il 

Sono settimane di proposte febbrili nell’ambito della nuova maggioranza di governo, retta in Parlamento da Movimento 5 Stelle e PD. Entro metà ottobre bisogna inviare alla Commissione europea la legge di Stabilità per il 2020 e s’infittiscono le voci su possibili nuove tasse, nonostante i “giallorossi” abbiano giustificato l’inedita alleanza con la volontà di impedire gli aumenti dell’IVA.

Invece, si parla di tassare merende, bibite gassate, biglietti degli aerei, i prelievi al bancomat sopra i 1.500 euro mensili (proposta di Confindustria) e di stangare dal 10% al 23% i pagamenti in contanti per alberghi, ristoranti e lavori domestici.

Aumenti IVA su alberghi e ristoranti a carico dei consumatori più deboli: proposta 5 Stelle

Servono soldi, lo stato deve fare cassa per fare quadrare i conti pubblici e puntualmente stampa e politica puntano il dito contro i contribuenti infedeli, che alimentano quella vasta area di economia sommersa, privando le casse di qualcosa come 100-110 miliardi di euro all’anno di gettito. L’evasione fiscale sarebbe il primo male dell’Italia, il male assoluto da combattere per risolvere tutti i nostri problemi. Peccato che sia falso.

Gli sprechi dello stato ci costano 200 miliardi all’anno

Uno studio pubblicato in questi giorni dalla Cgia di Mestre pone l’accento, al contrario, sulle grosse inefficienze della Pubblica Amministrazione e che peserebbero per ben 200 miliardi di euro all’anno, il doppio del dato sull’evasione. Per quanto i numeri, si legge, non godano di “rigore scientifico”, il quadro che ne emerge resta allarmante. La sola burocrazia sprecherebbe 57 miliardi, altri 53 arrivano dalla voce “debiti commerciali della P.A.”, le infrastrutture pesano per 40, la giustizia per altri 40, la spesa pubblica per 24, la sanità per 23,5 e il trasporto pubblico locale per 12,5. Non esiste stato senza inefficienze, ma certo che questi numeri ci pongono di fronte a un vero colabrodo amministrativo, che depreda i contribuenti italiani e deprime la nostra economia.

Se anche solo dimezzassimo tali sprechi, ci sarebbero a disposizione 100 miliardi di euro in più, sufficienti a tendere al pareggio di bilancio e a introdurre la “flat tax” al 15% nella versione più estesa e costosa sinora teorizzata (quasi 60 miliardi).

E se li eliminassimo del tutto, avremmo anche la possibilità di azzerare l’IRAP, dimezzare le accise, le imposte sugli immobili e l’IRES. E resterebbe ancora qualche spicciolo. Non solo: i governi avrebbero l’autorevolezza morale di combattere gli evasori fiscali e da questo canale arriverebbe gettito extra per eventualmente sostenere una spesa pubblica di maggiore qualità (ad esempio, più investimenti e meno sussidi a pioggia). Senza considerare gli effetti espansivi sull’economia derivanti da questi tagli alle imposte.

Tasse alte, non evasione fiscale vera emergenza nazionale dell’Italia 

Esistono varie forme/cause di evasione fiscale. C’è quella di necessità, che si annida tra le piccole e micro-imprese, dettata dal bisogno: l’imprenditore non dichiara quanto fattura e il lavoratore nasconde il reddito percepito, altrimenti il primo non avrebbe come pagare le tasse e chiuderebbe battenti e il secondo non arriverebbe a fine mese. C’è chi evade indispettito dalle alte aliquote e che si ritiene in diritto di ritagliarsi un reddito maggiore di quello che le norme fiscali gli consentirebbero di trattenere, notando sprechi e inefficienze pubbliche. Infine, c’è l’evasione come “forma mentis”, cioè di quanti potrebbero pagare il dovuto, non sono interessati a disquisizioni sul rapporto tra efficienza pubblica e carico fiscale, ma si mostrano semplicemente allergici alle regole.

Come combattere davvero l’evasione fiscale

Ora, l’evasione fiscale è sempre sbagliata sul piano del diritto, ma su quello economico la si combatte su due fronti: ampliando l’area del benessere, così da fare emergere dallo stato di bisogno quanti più attori possibili; abbassando le imposte per disincentivare le dichiarazioni infedeli e ampliare la base imponibile, sostenendo i redditi, gli investimenti, la produzione e i consumi. A questo proposito, qualcuno dia un’occhiata alla Curva di Laffer.

Credibilmente, nessun governo sarebbe in grado di azzerare gli sprechi, non certo nell’immediato. A questa voce, infatti, fanno riferimento politiche clientelari, sotto sotto sostenute da tutti i partiti politici per raccattare consensi sui territori, così come anche precise scelte, come quelle di sostenere imprese in perdita (vedi il trasporto pubblico locale), a beneficio del consumatore/utente.

Gli sprechi della sanità, ad esempio, altro non sono che la dimostrazione di come una gestione in mano a manager nominati dalla politica produca costi eccessivi e spesso servizi carenti. E il sud figura in testa alle classifiche proprio per gli uni e gli altri. Dunque, meno che mai è accettabile che una classe politica così spendacciona e sprecona si arroghi il diritto di mettere ancora una volta le mani nelle tasche dei contribuenti per alimentare quel Leviatano, che non ha fatto che crescere anche negli anni di vacche magrissime.

Leave a Comment